La Chiesa di San Gaudenzio in Baceno

 

Cenni storici e architettura.


La vetusta chiesa di San Gaudenzio in Baceno si trova nella provincia piemontese del Verbano-Cusio-Ossola a circa 10 km dal confine con la Svizzera, monumento nazionale, è arroccata su di un'altura da cui domina tutta la vallata a circa mille metri sul livello del mare. Come per molte altre chiese cristiane sorge su quello che un tempo era un tempio pagano. Il complesso odierno è una struttura che fonde diversi stili architettonici (romanico-lombardo-gotico-barocco), ed è il risultato di più di mille anni di storia e devozione.La primitiva cappella dedicata a San Gaudenzio, antico e primo Vescovo di Novara originario di Ivrea (le cui spoglie riposano sotto l'altare maggiore del duomo di Novara), nella villa detta Baceno, risale al IX secolo e viene per la prima volta citata in un documento risalente a pochi anni dopo il 1000, è un atto di donazione con cui Gualberto, vescovo di Novara, cede ai canonici di Santa Maria la cappellam di sua proprietà insieme alle “possessioni della casa Torriana”.Si trattava di un edificio di modeste dimensioni edificato in stile romanico-lombardo, aveva base rettangolare ed un orientamento Est-Ovest, molto probabilmente sorgeva all'interno di un castello fortificato costruito sulla rocca dove sorge l'attuale chiesa, un tempo anche punto strategico militare.

 

Chiesa di San Gaudenzio in Baceno (VB). Lato Est.

 

Del perimetro originario restano pochi elementi ancora visibili sia esterni che interni, infatti tra il XII e il XIII secolo il luogo di culto subisce dei sostanziali cambiamenti. L'ampliamento maggiore avviene sulla direttrice Nord -Sud, questa soluzione avviene per due semplici e pratici motivi: il primo perché lo sperone di roccia sul quale posa la chiesa non permetteva un ampliamento Ovest-Est, dato le sue modeste dimensioni, il secondo perché venne utile sfruttare interamente tutte le vene acquifere presenti e la sincronica che corre in senso Nord-Sud.

L'edificio si compone di tre navate delimitate da due file di colonne con capitelli goticheggianti i quali sostengono archi a sesto acuto.

Il presbiterio della nuova chiesa viene affrescato dal Cagnola di Novara. Pochi anni dopo la consacrazione della nuova chiesa (1524) la comunità bacenese progetta un nuovo ampliamento, che si conclude nel 1546 in cui vengono aggiunte le due nuove navate laterali estreme e si prolunga il presbiterio verso oriente (periodo finestre con triskell-biskell).

Col passare del tempo la chiesa si arricchisce di altari laterali, voluti sia dalla devozione del popolo sia dalle famiglie antigoriane più facoltose, che misurano il loro prestigio anche con la visibilità in ambito religioso.


Sulla facciata campeggia la gigantesca immagine di San Cristoforo che porta il Cristo Bambino.

(Affresco di Zanetti 1542)

 

Cappella con i resti di Santa Vittoria. Prima metà del XVIII secolo. (16.000 u.B.)

Il tempio conserva le spoglie di Santa Vittoria Martire il cui corpo, estratto dalle catacombe di Santa Ciriaca il 5 gennaio del 1702 per ordine del cardinale Gaspare Carpino, viene inviato alla parrocchia di San Gaudenzio.


Il rilievo geobiologico.


Confrontarsi con un luogo di culto simile e cercare di carpirne gli aspetti energetici è impresa ardua.Questo perché allo stato attuale la chiesa di Baceno non si presenta come originariamente venne pensata ed ideata, ma è il risultato dell'accumulo di più di un millennio di “sapere”.

Ed ecco il rilievo radiestesico e rabdomantico:

 

 

La colonna esterna, sormontata da una croce, è posta sul lato sinistro dell'ingresso. Il piede su cui poggia è composto tra tre quadrati sovrapposti (circuito di radionica).

Vibra a 18.000 unità Bovis, questo valore ci testimonia l'utilizzo di questa porzione sacra in tempi passati.

 

 

L'ingresso alla chiesa ha una struttura atipica, l'architrave è tardo-romanico e nel 1505 vengono aggiunte le cornici, nel XVII secolo viene infine inserito un aggetto che funge da copertura.

Come da rilievo la zona è interessata da due corsi d'acqua sotterranei, uno più lineare si dirige verso l'altare maggiore e il secondo con un percorso più sinuoso va sotto la cappella dedicata alla Vergine di Lourdes. Tuttavia la zona circostante risulta avere un valore neutro, tale risultanza è dovuta ai riti di consacrazione.

Si noti la rappresentazione delle sirene (a petto scoperto) che sorvegliano l'entrata e ci segnalano che siamo sopra ad un passaggio di acqua sotterranea, sotto di esse dei “mascheroni” inquietanti ci osservano dall'alto, sono l'impronta di due venerabili costruttori del luogo.

 

Un elemento tipico dell'ingresso di chiese romaniche è la rappresentazione dell'albero della vita, solitamente raffigurato con foglie di vite e grappoli d'uva, in questo caso ci sono motivi floreali misti, fiori e foglie.

Notiamo a tal proposito come i petali dei fiori siano in sequenza ed in numero diverso a seconda della loro collocazione.

Gli altri elementi come le coppe sovrapposte intervallate da volti e figure fantastiche ci suggeriscono una valenza energetica ed esoterica.

Particolare entrata: sirena e mascherone.

Particolare entrata: Cornice a motivi floreali.

Sopra la porta principale inserito nelle due sottili lesene vi e' un grosso rosone (1) tardo romanico, oggi privo di vetri. Suddiviso in dodici parti da colonnine lavorate, il suo diametro è pari alla larghezza della vena acquifera sotterranea che scorre sotto di esso.

Il rosone a 12 braccia.

(1) Il rosone rappresenta un circuito di radionica, atto a potenziare tutte le energie del luogo sacro.


Per ciò che riguarda le finestre, non si tratta solo di semplici aperture atte a portare luce nella chiesa, ma di veri e propri congegni energetici, ed ognuna di esse ha le sue specifiche caratteristiche.

Osservando la facciata Est possiamo notare che:

la prima da destra (n°1) contiene nella sua parte superiore un biskell con ai lati due cuori frattali;

la seconda da destra (n°2) contiene il simbolo dell'infinito anch'essa con due cuori laterali;

mentre la terza (n°3), più grande, un cerchio contornato da 4 cuori di cui i due laterali sono invertiti rispetto al disegno delle due finestre più piccole.


finestra n°1

finestra n°2

finestra n°3

 

Viene qui di seguito riportata la decodificazione del funzionamento energetico che opera la finestra con Biskell (n°1)

 

Sempre sul lato Est esiste una piccola porta centrale sormontata da uno splendido quadriskell, anche in questo caso il simbolo scolpito nella pietra ha precise valenze.

Dal rilievo si noterà che è ubicato al centro di una vena acquifera (che poi raggiunge le reliquie di S. Vittoria), e si trova di fronte e sulla stessa direttrice dell'altare dedicato al S. Sacramento.

Quadriskell vista esterna.

Quadriskell vista interna.

Nel rilevare l'altare e la cappella ci accorgiamo della presenza di un percorso di energia crescente che conduce ad esso (da 1.500 a 18.000 u.B.), ma con sorpresa constatiamo anche un flusso energetico, simile ad una vena acquifera. Non ne sentiamo infatti lo scorrimento, e una volta usciti all'esterno questa vena fittizia scompare. Un ingegnoso e raffinato modo di supplire alle necessità del caso, anche senza la presenza dello scorrimento di acque sotterranee.

 

Cappella S. Sacramento.

 

L'intera volta del primo altare laterale di sinistra (circa 10 mq.) è totalmente affrescata con biskell, triskell, quadriskell e altre figure, intervallate dai simboli dei quattro evangelisti (il leone, il toro, l'aquila, l'uomo-angelo) e da due figure di chierici. Uno è assorto nella lettura di un libro ed un altro barbuto, e che ci ha colpito molto, è intento ad osservare tra le sue mani quella che sembra essere proprio una forcina da rabdomante!

Porzione di soffitto con simboli. Lato Est

 

Particolare:“Chierico con forcina rabdomantica”

 

Particolare presbiterio: Il Drago dell'Apocalisse” Affresco di A. Zanetti.

Le Sibille.

L’osservatore comune spesso non sa spiegarsi perché mai le Sibille, profetesse del paganesimo, siano entrate a far parte di certe costruzioni teologiche del cristianesimo. Sappiamo infatti dai passaggi biblici che le Sibille sono state inserite nelle basi della cristianità. I Padri della Chiesa, a cominciare dal Pastore di Erma fino a S. Clemente Alessandrino, a Origene, a Lattanzio e a Sant' Agostino, non solo non dubitarono dell’esistenza delle Sibille, ma le considerarono inconsapevoli profetesse dell’avvento di Cristo, fino a che, specie nel Medioevo, non furono addirittura equiparate ai Profeti biblici. Lo testimonia un noto verso del Dies irae: "teste David cum Sibilla". Cioè, il Profeta David e la Sibilla sono elevati al ruolo di testimoni nel giorno del Giudizio universale. Di qui l’enorme fortuna delle Sibille nell’arte cristiana che le raffigurò più volte nel Medioevo e nel Rinascimento, fino all'arte suprema di Raffaello, che le dipinse nelle Stanze Vaticane, e di Michelangelo, che le rappresentò nella Cappella Sistina. A ogni Sibilla si attribuiva un detto profetico, riferito a Cristo o alla sua Vergine Madre. Ad esempio, alla Sibilla Ellespontica veniva messo in bocca questo vaticinio: "Una vergine, predestinata dalla divinità, partorirà un figlio sfolgorante di luce"; l’Eritrea (proveniente da Eritre, nell' Asia Minore), avrebbe pronunciato questa frase: "Dal cielo verrà un futuro re dei secoli, che una vergine ebrea, di nobile stirpe, porterà" e la Cumana, la più celebre di tutte per essere entrata nel poema di Virgilio, avrebbe così profetato: "Allora Dio, dall’alto Olimpo, invierà un re, e una sacra vergine nutrirà col suo latte il re dell’eterna milizia".
Il fatto è rivelatore di una profonda concezione cristiana, che intende coinvolgere nell’avvento di Cristo tutta la storia, sacra e pagana.
(Parzialmente tratto da “Le sibille dell' Ambro” di p. Giuseppe Santarelli.)

Un esempio di questa iconografia lo troviamo appunto all'interno della chiesa di San Gaudenzio.

Posta esternamente nella facciata Ovest all'altezza del presbiterio questa antica immagine appartiene alla primitiva struttura della chiesa.

Rappresenta una figura di santa che porge ad un fanciullo, una reliquia.

Nei primi anni del '900 viene operato un intervento strutturale aggiuntivo con la costruzione di una grotta e di un altare dedicati alle apparizioni Mariane, ad esso vi si accede dall'interno della chiesa ed è l'unico altare ad essere orientato correttamente verso Est.

Ciò dimostra che anche in tempi “recenti” iniziati hanno saputo sfruttare al meglio le caratteristiche energetiche di questo splendido posto immerso nella natura montana.

La cappelletta – grotta dedicata alla vergine di Lourdes.

Conclusioni

La chiesa di San Gaudenzio può essere un' ottima palestra per chi pratica la geobiologia, per migliorare la sua professionalità, mettersi alla prova e godere di ciò che offre. La sua dislocazione fuori dai contesti urbani e dalle grandi vie di comunica.
Articolo parzialmente pubblicato sul bollettino n° del 2010 “L'Arte Radiestesica”, notiziario dell'A.I.R. (Associazione Italiana Radiestesisti).

 

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